mercoledì 5 marzo 2008

Gli obiettivi di Bertinotti

In questi giorni la campagna elettorale sta cominciando ad assumere toni grotteschi: trasmissioni interpretano la par condicio liberamente e diversamente da altre, politici lasciano gli studi televisivi, altri politici urlano, altri ancora fanno cinema strappando i programmi elettorali altrui (per di più dopo aver dichiarato per due settimane che sono copiati dal proprio).

In questo amaro panorama, ad essere onesti, sono pochi i soggetti politici che si distinguono, e, purtroppo, la Sinistra Arcobaleno non mi sembra tra questi.

Vengo al punto, sinceramente non capisco dove Bertinotti voglia andare a parare con una tale campagna elettorale.

Il Partito Democratico, con la scelta di correre da solo, aveva creato una grande opportunità per la Sinistra, la possibilità di creare un nuovo ispirato partito di Sinistra, un partito propositivo, interessato al governo del paese, interessato alle riforme. Finalmente un nuovo partito che potesse essere di Sinistra senza essere stigmatizzato come estremista o comunista, un partito che potesse veramente governare, magari assieme al Partito Democratico, per riportare l'Italia ai livelli degli altri paesi dell'Europa occidentale, e magari anche superarne alcuni.

Ma la campagna elettorale finora adottata dalla Sinistra Arcobaleno mi lascia inquietantemente perplesso.
Non c'è nessuna delle novità che mi sarei aspettato da un nuovo ed elegante partito di Sinistra, non c'è innovazione, non c'è un diverso modo di parlare alla gente.
Chiaramente la strategia elettorale soffriva di un naturale ritardo rispetto al Partito Democratico, poiché la fase costituente della Sinistra Arcobaleno non era ancora completata al momento della caduta del Governo Prodi. Ma al momento della pubblicazione del programma mi aspettavo finalmente qualcosa di nuovo.
Invece, finora, a me appaiono solamente due i piloni portanti della campagna elettorale.
Parlar male del Partito Democratico e riproporre i temi di un diversamente caratterizzato comunismo. E, purtroppo, esattamente in questo ordine: primo, parlar male del PD, secondo parlare del proprio programma.

Sia ben chiaro che Bertinotti è uno dei politici che stimo di più in assoluto, pur non condividendone spesso le idee. Ma in un momento come questo, in cui c'era la possibilità di creare questa nuova forza di Sinistra, io mi sarei aspettato uno slancio innovativo, non una identificazione Bertinotti-Sinistra Arcobaleno. La sua figura è sicuramente la più carismatica nelle fila della SA, ma sembra che invece di creare un nuovo partito, si sia riproposto il partito di Rifondazione Comunista dell'epoca pre-Ulivo-Unione più un po' di nuove acquisizioni (alcune delle quali non so se esserne così fiero).

Mi dispiace, ma non credo che l'Italia avesse bisogno di una nuova Rifondazione, credo che l'Italia avesse bisogno di un nuovo partito chiaramente schierato a Sinistra, laico ed eticamente deciso, ma con un distacco rispetto alle politiche estremiste di alcuni degli esponenti delle vecchie formazioni. Chiaramente gli ancora più estremisti non mancano mai, tant'è che Turigliatto è lì candidato con il proprio partito (un partito che non so neanche che senso abbia di esistere viste le soglie di sbarramento alla Camera e Senato, ma questo è un discorso diverso), però non mi sembrava proprio questo il momento in cui, non solo non ci si innova, ma anzi si rimarcano tutte le posizioni estremiste che negli anni si erano dimostrate perdenti dal punto di vista politico ed elettorale (certamente perdente non è sinonimo di sbagliato, ma se mai si vorrà dare un contributo propositivo prima o poi si dovrà pensare anche ad una strategia vincente).

In un momento in cui c'è una guerra nell'uso degli slogan la vera novità siamo noi o il voto veramente utile è a noi, c'è veramente bisogno di sostanza dietro alle parole.

Lo slancio che ha avuto il Partito Democratico dall'inizio della campagna elettorale è interamente dovuto al progetto di innovazione percepito dalla gente (che è poi anche il tema che il Popolo delle Libertà cerca in tutti i modi di ostacolare dicendo il PD è sinonimo di Governo Prodi, come se gli elettori non capissero o non abbiano visto che tutti i problemi e le crisi del Governo Prodi non sono arrivate dai costituenti del Partito Democratico, ma dagli altri partiti, dai vai Dini, Mastella, Turigliatto, Pallaro etc.).

Invece Bertinotti, pur sostenendo che la Sinistra Arcobaleno è la vera novità, si perde in dichiarazioni appartenenti al secolo scorso. Non si percepisce affatto la novità. La sua comunicazione è inefficace.

Ora è chiaro che questa legge elettorale penalizza la pluralità, e sono in parte d'accordo quando Bertinotti parla della legge elettorale in termini di "insopportabilità del voto utile" (Porta a Porta, 3 Marzo), ma, come si dice, la legge è legge, è non è colpa di nessuno (se non di chi l'ha scritta e votata, Calderoli e governo Berlusconi III) se premia il partito con più voti.

Per quanto Bertinotti, Casini, Santanchè, Boselli e tutti gli altri possano lamentarsi, non c'è alcun dubbio che alla Camera dei Deputati il 55% dei seggi andranno al Partito Democratico o al Popolo della Libertà, ed è quindi assolutamente ovvio che chiunque vada a votare alla Camera debba anche fare una valutazione di carattere generale e non solo di fede politica. Per questo addirittura Margherita Hack, nota astrofisica da sempre vicina alla Sinistra, ha dichiarato che, pur tappandosi il naso perché Veltroni non è abbastanza a Sinistra per i suoi gusti, voterà ad una delle Camere per il Partito Democratico, "per avere la sicurezza di avere la meglio sul centro-destra" (vedi qui).
Lo stesso Bertinotti ha dichiarato che la Sinistra Arcobaleno pensa di poter essere determinante in un discorso di maggioranza "non alla Camera, ma probabilmente al Senato" (Porta a Porta, 3 Marzo).

Passi il discorso sul voto utile, si potrebbe dire, che è un discorso politicamente comprensibile visto che sarebbe un suicidio elettorale chiedere di votare per un altro partito ad un mese di distanza dalle elezioni. Ma a volte i toni si accendono troppo, rischiando di creare un implosione generale da cui potrebbe emergere una larga vittoria del Popolo delle Libertà.

Infatti se si apre qualsiasi pagina di giornale o un sito di una delle agenzie di stampa, non si può non stupirsi di quante dichiarazioni di critica la Sinistra Arcobaleno faccia nei confronti del Partito Democratico.
E' quasi grottesco, la Sinistra Arcobaleno critica più Veltroni che Berlusconi.

Sono quasi assenti le critiche al resto delle formazioni, l'interesse è centralizzato contro il Partito Democratico, una strategia sinceramente inquietante visto che l'unica possibilità che la Sinistra Arcobaleno ha di contare qualcosa nel prossimo governo è con il Partito Democratico vincente le elezioni.
A meno che non si punti solamente ad occupare il maggior numero di poltrone possibili, per avere potere politico ma abituandosi fin da ora ad una posizione di opposizione al futuro governo Berlusconi IV. Ed in questo le parole dello stesso Bertinotti non sono di certo incoraggianti: "Ci candidiamo all'opposizione con un programma alternativo" (Porta a Porta, 3 Marzo).

Ma quello che mi domando è se veramente gli elettori di Sinistra devono essere destinati ad una perenne e quasi inutile opposizione estremista quando è invece il momento di essere importanti nelle decisioni sul futuro e sulle riforme del paese.
Si vuole veramente stare all'opposizione con Berlusconi al governo?

Parlavo del programma, un programma che nella comunicazione alla gente non ha nulla di innovativo. Siamo di fronte ad un Partito Democratico che prospetta un periodo di grandi riforme per tutta l'Italia, un tema che fa molta presa data la gravosa economia del paese che coinvolge lavoratori dipendenti come imprese private.

Mentre da Bertinotti si sente ancora parlare di lotta di classe, di padroni, di capitalismo.

Un programma di governo dichiaratamente di parte, dalla parte dei lavoratori dipendenti. Come se un partito che punti ad andare al governo possa ignorare del tutto l'economia che mantiene il posto di lavoro di tutti questi lavoratori dipendenti.

La Sinistra è di parte perché è di Sinistra, in contrapposizione ad una Destra, non perché è solo dalla parte dei dipendenti. Sinistra non è sinonimo di lavoratore dipendente, è qualcosa di più.

Io non credo affatto che la Sinistra si debba occupare solo dei lavoratori dipendenti, credo decisamente, invece, che la Sinistra sia qualcosa di superiore, di più astratto, che riguarda i diritti e le libertà fondamentali di tutti i cittadini, con un attenzione chiara per i più deboli, ma non contro la classe degli imprenditori o più in generale dei lavoratori non dipendenti, come se non fossero persone degne di diritti e libertà anche loro, ma solo il male dell'Italia.

Se io apro un negozio e assumo un commesso non sono più di Sinistra? Se apro uno studio medico privato o assumo delle persone non sono più un soggetto da difendere per questa Sinistra Arcobaleno? Divento automaticamente un padrone o un soggetto cattivo e da stigmatizzare? E tutto questo solo perché non ho una busta paga da lavoratore dipendente ma una partita i.v.a.?

Io non sono un esaltato sostenitore del ma anche Veltroniano, ma, mi dispiace, mi sento un po' amareggiato dalla campagna elettorale della Sinistra Arcobaleno; c'era finalmente l'opportunità di avere un partito di Sinistra per tutti i cittadini, uno che governa e difende anche chi non l'ha votato. Ed invece ci ritroviamo di fronte ad un vecchio partito. Con un nome nuovo, ma poche idee nuove.

Pronuncio queste parole con autentica amarezza, perché sul serio avevo sperato in un partito di Sinistra finalmente nuovo e non più schiavo dei passati luoghi comuni, che allora hanno avuto un ruolo importante ed un senso compiuto, ma che ora devono lasciare spazio ad una nuova generazione di idee e di relazioni tra le parti.

Chiudo con la speranza che in quest'ultimo mese la Sinistra riesca a trovare un migliore equilibrio tra critiche e programma, e una collocazione meno uomo-partito è più idee-innovazione per una nuova ispirata Sinistra Italiana.
Per il bene di tutti.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Che dire… il testo e le riflessioni che hai fatto sono interessanti, ma credo debbano essere approfondite.

Mi spiego meglio:
giustamente parli di innovazione, ma se ti esponi così rischi di essere facilmente attaccato dagli oppositori in quanto, ad esempio: Rutelli ti sembra un politico che parla un linguaggio innovativo? Lo stesso Veltroni, che tra l’altro credo di votare, non è poi così giovane tra le pagine della politica italiana, visto che è nato in politica da molti molti decenni ormai e anche lui ripete pressoché le stesse cose di sempre.

E sinceramente anche il programma del PD non mi fa proprio esaltare!

Primo perché tra le proposte che hanno fatto non ci trovo granché di innovativo; ad esempio tra i vari punti del programma ci sono questi:

MEZZOGIORNO - Secondo punto programmatico «è il grande obiettivo di innovazione del Mezzogiorno, della sua crescita, che è la crescita dell'Italia». Veltroni dice no ad una «politica che disperda fondi in una miriade di programmi, mentre diciamo sì a una drastica e veloce revisione dei programmi europei».

SPESA PUBBLICA - Terzo obiettivo «il controllo della spesa pubblica». Negli anni di governo della destra - spiega Veltroni - è aumentata la spesa primaria corrente, «mentre il governo Prodi ha risanato e migliorato i conti pubblici. Per questo il nostro slogan è spendere meglio, spendere meno».
(IL SOLITO NOI SIAMO STATI PIU’ BRAVI DI LORO!!!)

RIDUZIONE TASSE - Il quarto obiettivo del Pd «è fare quello che non è mai stato fatto: ridurre le tasse ai contribuenti leali, ai lavoratori dipendenti e autonomi che oggi pagano troppo». Un obiettivo che si traduce nello slogan: «Pagare meno, pagare tutti».
(E’ DA QUANDO SONO NATO CHE SENTO RIPETERE LA STESSA CANZONE!!!)

SICUREZZA - Decimo obiettivo è quello della sicurezza «perché far sentire sicuri i cittadini è uno dei principali obiettivi del Pd». Il segretario del Pd vuole maggiori fondi per le forze dell'ordine e ribadisce la certezza della pena come uno dei cardini dell'azione di governo del centrosinistra.
(COME SOPRA)

PRECARIETA’ - Nono punto: «la lotta alla precarietà, la qualità del lavoro e la sua sicurezza». Per Veltroni «la sicurezza sul lavoro è un diritto fondamentale della persona umana, che non può essere comprato e venduto a nessun prezzo». Quanto ai giovani precari dovranno raggiungere il minimo di 1.000 euro mensili.
(COME SE CON 1000 EURO AL MESE SI AMMORTIZZASSE IL PROBLEMA DELLA PRECARIETA’!!! TUTTA QUI LA LOTTA AL PRECARIATO!?!?)

Credo di aver fatto capire il mio punto di vista: in questi punti non ci trovo proprio niente di nuovo!!!

E Aggiungerei addirittura una cosa che proprio non condivido, o meglio… si poteva proporre molto di più!
Es:
UNIVERSITA’ - Ottavo posto nel programma del Pd è quello dell'università. «Cento nuovi campus universitari e scolastici entro il 2010 - perché la società dovrà contare sul talento e sul merito dei ragazzi italiani».
Ma invece di fare 100 nuovi campus, non sarebbe meglio mettere "in regola" tutti i precari che ci sono e poi rivedere i programmi patetici e ridicoli dei nuovi ordinamenti promuovendo un avanzamento accademico finalmente meritocratico e poi riparlare dello zozzume che ruota intorno ai dottorati di ricerca e poi migliorare le strutture esistenti e poi fare tutto il resto?!?!?! AUMENTARE IL NUMERO DEI CAMPUS MI SEMBRA VERAMENTE L’ULTIMO DEI PROBLEMI DELLE NOSTRE UNIVERSITA’!!


Per quanto riguarda Bertinotti… ho trovato coraggioso e giusto cancellare il simbolo della falce e martello (atto non di poco significato), poi… in un paese democratico trovo importante e di fondamentale valore etico che nel panorama politico ci siano dei linguaggi più estremi di altri. Non condivido l’idea del bipartitismo assoluto, e se Bertinotti o chi per lui abbandonassero totalmente le loro ideologie “di parte” credo che la sinistra entro breve andrebbe definitivamente a farsi fottere!!! E questo sarebbe gravissimo!

Che poi anche loro purtroppo fanno il gioco del NOI SIAMO MEGLIO DI LORO… chi è senza peccato scagli la prima pietra!
Condivido fortemente il tuo pensiero quando dici che la Sinistra non si debba occupare solo dei lavoratori dipendenti… questo forse è il limite maggiore della propaganda della SA!!!

Spero di no… ma credo che lo Psiconano vincerà… e non voglio nemmeno pensarci!!!

Con molta probabilità voterò Veltroni alla Camera e Bertinotti al Senato… ma Veltroni prenderà il mio voto solo perché provo Orrore per il nano...

Ciao, S.

Anonimo ha detto...

Non posso che condividere alcuni ragionamenti di Ruggero riguardo la ritrosìa di Bertinotti e la sua proverbiale arretratezza nelle tecniche di comunicazione. Come devo concordare con S. riguardo la irrilevanza di alcuni punti del programma anche se li aggiungerei tutti e non solo alcuni.

Questo perché vorrei sapere qual'è stato (se mai ci fosse stato) un partito e/o coalizione che una volta andato al governo si sia impegnato/a concretamente per il bene del popolo e/o affinché i punti del programma proposto in campagna elettorale fossero rispettati (senza provocare effetti collaterali disastrosi -vedi DC-).
La risposta a mio avviso è NO. Nell'attesa che qualcuno mi smentisca vorrei fare una digressione a riguardo.

Il popolo italiano è da lungo tempo abituato all'essere tradito dai propri governanti o, forse più corretto, dipendenti. Tant'è che la fiducia nei politici in Italia attualmente è ai minimi storici. Ma nonostante ciò si continua spesso a martellare su soluzioni che in cuor proprio si riconoscono come già fallimentari. Insomma, il sistema di preferenza in Italia credo che sia un'azione meccanica ormai più che ragionata. Alla base di questo problema ci sono a mio avviso la disinformazione, l'ingenuità, la disillusione, la rara umiltà che era propria delle generazioni del pre-dopo guerra e, non ultimo, il perdono.

La disinformazione perché l'Italia è il paese dove si vendono meno giornali in Europa ed il primo giornale per tirature se non vado errato è proprio la "Gazzetta dello Sport". E non mi si venisse a dire che questo è dovuto ad internet perché anche nel campo della connettività siamo gli ultimi forse solamente avanti a Grecia e Portogallo (Chiaramente non tiro in ballo le neo-arrivate Bulgaria, Romania ecc. per ovvi motivi).

L'ingenuità perché la massa si muove con le televisioni e l'informazione in generale e le predette tecniche comunicative. Dietro ad uno spot, una trasmissione, ad un cartellone, ci sono fior di esperti della comunicazione, designer, psicologi, analisti e quantaltro. Ovviamente per chi non lascia la televisione accesa "per compagnia", per chi la guarda solo limitatamente e per chi non la guarda proprio; tali tecniche vanno semplicemente in malora. Perché non si è sensibili ai messaggi visivi e lessicali trasmessi in modo molto scaltro. Ossia si guarda la televisione con un filtro che potremmo definire come "cervello critico". Ma delle persone che conoscete quante non sono a conoscenza di tutti o quasi i personaggi presenti nelle trasmissioni? Nel mondo dello spettacolo? Delle ultime veline? Del gossip?
Mi auguro il meno possibile ma la realtà, aimé, è amaramente diversa. E per chi amasse minimizzare, si metta bene in testa che questa gente lo fa per vivere ed è molto preparata in quello che fa, non meno di quanto voi crediate di saper fare bene il vostro mestiere.

La disillusione ..... questo è un tema controverso. Molta gente si riempie la bocca da sempre con un "sono tutti uguali" oppure "ammazza ammazza so tutti nà razza" o famoso è anche il caso di chi alle urne scrive sulla scheda "magnateve pure questo" richiudendo la scheda con allegato un pezzo di salame o altro. Insomma, realtà quotidiane che io ricordo da sempre nel mio paese e nella mia città e che dovrebbero lasciar intendere la sfiducia cronica nella politica. E forse è così. Ma nonostante ciò l'affluenza alle urne è sempre molto alta ed ormai la tendenza è a votare CONTRO Berlusconi, CONTRO Prodi .... insomma, in generale CONTRO il male che viene ritenuto peggiore a vantaggio di chi viene ritenuto il meno peggio.
Morale? Forse il popolo italiano è molto tendente alla critica a prescindere da......
.....e molto poco all'organizzazione, alla partecipazione attiva AL DI FUORI DEI PARTITI.
Per questo "benedetto sia" Beppe Grillo che tra battaglie giuste ed anche errori (nessuno è perfetto), se non altro è il primo catalizzatore di persone al fine della partecipazione/associazione attiva che vada oltre la semplice esercitazione del diritto di voto.

L'umiltà: quante persone conoscete che sono effettivamente in grado di mettersi in discussione per il proprio schema mentale o per il proprio sistema di valori? Che sceglie la strada in salita perché non si accontenta? Che fa di tutto per non chiedere niente a nessuno? Questo è un problema molto comune probabilmente anche dovuto all'ignoranza. Mi piacerebbe sapere quanti italiani giovani hanno mai avuto la fortuna di vedere qualche illuminante documentario video dell'italia degli anni fine '40 e '50? Dove la maggior parte delle città erano peggio di Tirana negli anni '80, dove non c'erano le strade asfaltate?! Dove le persone in provincia (ossia la stragrande maggioranza del territorio) si spostavano a dorso di mulo o con carri a bestiame?! Dove la disoccupazione e l'analfabetismo erano a livelli inimmaginabili e persone dai 40 ai 70 anni andavano a scuola ad imparare l'alfabeto; per giunta in diretta tv nazionale (per insegnare anche a chi non poteva raggiungere un centro "civilizzato")!? Dove il tasso di mortalità di malattie come polmonite, difterite, vaiolo, tetano, colera, tubercolosi, poliomielite ecc.... era ancora molto elevato?!
Dimenticare chi siamo e da dove veniamo è un grosso gap che ci fa sentire tutti signori ai quali tutto è dovuto, ma in realtà ci fa sembrare come dei poveracci arricchiti molto in fretta; il che probabilmente non è poi così lontano dalla realtà. E per cortesia evitiamo di tirare in ballo la guerra perché la Germania l'ha subìta molto più di noi ma non mi sembra che oggi stìa proprio come noi. Ma non voglio dilungarmi ulteriormente in questa direzione in quanto questo argomento meriterebbe un topic a sé.

Infine il perdono.
Vivo in un paese anglosassone da 15 mesi ormai, e noto molte differenze. Una delle principali a mio avviso è proprio il perdono. Noi non sappiamo punire; noi stessi in primis. Si parla di sicurezza e di certezza della pena. Ma come si può pensare di poter raggiungere un traguardo simile con la morale cattolica del perdono inesorabilmente innestata nel cervello da quando siamo nati? E chi dovrebbe sradicare tali "virus"? Veltroni che è l'uomo del compromesso con la chiesa in eterno? O i vari Prodi?! O perché non i baluardi dell'attuale "movimento anti-abortista" Rutelli, Binetti, Ferrara .... ecc (sono tanti; anche quelli che dicono di essere di sinistra) ... addirittura Calderoli in seguito al blitz della polizia a Napoli durante una interruzione di gravitanza a scopo terapeutico sollecitato da una telefonata anonima ha raccomandato: MAGGIOR EQUILIBRIO! CALDEROLI!
Tornando al perdono ....
...noi siamo cresciuti perdonando e perdonati da tutto e da tutti e comunque molto meno rispetto alle generazioni + giovani alle quali tutto è veramente concesso. E' un fenomeno che tende a peggiorare. Ogni volta che accade qualcosa si va subito a scavare nel background del colpevole per andare a vedere le condizioni disagiate nelle quali è cresciuto. Oppure il politico di turno si permette di esultare per una condanna per associazione mafiosa perché di tipo SEMPLICE nell'indifferenza totale o quasi della gente che non ne percepisce la gravità. O anche perché qualcuno ruba ..."ma tanto lo fanno tutti". E anche le immancabili interviste imbecilli dei soliti giornalisti idioti che chiedono al parente della vittima "ma lei lo ha perdonato?" quasi oramai fosse una conditio sine qua non per essere politicamente corretti ed accettati nella nostra società bigotta. In quale altro paese avanzato potrebbe esistere la prescrizione e/o le attenuanti generiche a prescindere dalla gravità del caso? Per non parlare delle molteplici depenalizzazioni successive avvenute negli ultimi anni.

NO, il perdono incondizionato non ha senso ed è profondamente diseducativo e controproducente al fine del rispetto delle leggi e del prossimo
NO, il perdono non deve arrivare mai prima della legge e, se necessario, della punizione
NO, il perdono è una cosa strettamente personale e non un VALORE DA PROPAGANDARE: LA GIUSTIZIA (terrena) LO E'!

Questa digressione per dire in modo un pò più articolato che alla base dei nostri problemi politici c'è la nostra forma mentis. Tutto il resto o quasi sono tecnicismi e spesso inezie di un sistema che ciclicamente si ripropone nella stessa natura da sempre ma con un volto diverso volutamente adattato ai tempi ed alle circostanze. Il problema va combattuto alla radice con l'informazione indipendente, con la partecipazione, con la formazione di persone capaci basata sul merito. Questa a mio avviso è la via.

Che noi possiamo tenerlo bene a mente, noi che dovremmo essere a breve la futura classe dirigente (nel senso più ampio del termine).

P.S.
Giusto perché S. ha accennato alle università ed alla ricerca allego due link molto interessanti sulla vicenda del "rapporto 41" dell'ENEA.

PRIMA PARTE >> http://it.youtube.com/watch?v=35T-gAvaKn4
SECONDA PARTE >> http://it.youtube.com/watch?v=HgtPhinFtL0

il rapporto 41: http://www.rainews24.rai.it/ran24/inchieste/documenti/Fusione_Fredda.pdf

Ruggero ha detto...

Ciao S.,
ciao snoop,

Benvenuti!

Risponderò a breve, appena gli impegni di lavoro mi lasceranno cinque minuti...

Ciao ancora e grazie per i commenti!

Anonimo ha detto...

Complimenti per le riflessioni che hai fatto e complimenti ai commentatori per i validi approfondimenti.
Sono anche io deluso dalla campagna elettorale della SA, ho espresso dissenso anche su un articolo che ho inviato a sxnet.it (http://www.sxnet.it/con-sorpresa/campagna-elettorale-5)
Ho poco da aggiungere a quanto dici nel post.
Il motivo per cui voterò SA alle elezioni (non so se ad entrabe le camere) è perchè rimane l'unico partito con persone competenti e dedite all'approfondimento.
Purtroppo gli approfondimenti non vanno più di moda, anni fa i volantini politici erano dei ciclostilati scritti piccolissimi perchè in un foglio A5 si dovevano spiegare una miriade di cose.
Oggi vince lo slogan, si accetta serenamente che la politica miri prima a raggiungere il potere che non al bene della nazione...
In un commento veniva citato Grillo.. il suo male è quello di aver fomentato il binomio Politica = zozzeria senza distinguo... Rifondazione (lo scrive oggi l'espresso) non prende finanziamenti da privati e va avanti con i versamenti degli stipendi dei suoi deputati e/o consiglieri.
Ha personalità che quando parlano di un problema lo affrontano, lo esaminano e con buon senso traggono conclusioni... proprio per questo dispiace assistere ad una campagna elettorale giocata a suon di epiteti di scarso effetto.

Ruggero ha detto...

Ciao Paolo, benvenuto e grazie dei tuoi commenti!
Sto scrivendo le risposte al tuo e agli altri commenti... saranno pronte tra poco.
Ciao!

Ruggero ha detto...

Caro S.,

condivido con te la non esaltazione per il programma del Pd, ma quello che non condivido è la tua opinione che l'approccio non sia innovativo.
Non è compito mio difendere il programma del Pd, che forse ha anche molti difetti (ad esempio il progetto sui campus non ho neanche idea in cosa si debba poi tradurre in termini pratici)... in ogni caso Veltroni sta presentando (credo proprio oggi uno dei dodici punti) non solo un programma, ma addirittura le proposte di legge da presentare in Parlamento prima delle elezioni! Una cosa mai vista prima d'ora, e di un fascino incredibile.

Non è a mio avviso un fulmine a ciel sereno, infatti già con l'Unione avevano preparato il pacchetto Bersani prima delle elezioni, per presentarlo immediatamente dopo la cosidetta vittoria (ma non lo avevano detto, volevano giocarselo come prima carta per mostrare quanto il governo Prodi lavorava in fretta, poi purtroppo sono stati distratti da Mastella, l'indulto, etc). Questa volta hanno invece capito che vale la pena di rischiare di più e di presentare tutto prima. Veltroni ha anche detto che presenterà l'elenco di alcuni ministri prima del voto.

Un fenomeno mai successo: ministri e progetti di legge per l'applicazione del programma prima del voto!

Non so se avrà successo, perché chiaramente ci si espone anche a forti critiche se le leggi o i ministri non piacciono, ma è sicuramente una scelta innovativa e interessante, una cosa che persino Grillo aveva auspicato da tempo, ma che ora fa finta di ignorare (parlando solo di Veltrusconi).

Inoltre, se rileggi le parole con cui ho espresso i giudizi sul Pd nell'articolo, si vede come io parli esplicitamente di novità percepita dalla gente, che, a prescindere dalla validità o meno di alcuni punti, ha una marcia, forse due, in più della Sinistra Arcobaleno.

A parte le promesse e le lodi ad alcuni aspetti dei risultati del governo Prodi, che comunque ci sono stati, anche se spesso con qualche amputazione qui o lì (e di certo sono stati migliori del governo Berlusconi: ma la gente si ricorda del senso di disperazione e disgusto al quarto anno del governo Berlusconi? Prima che cominciasse la campagna elettorale intendo...), dicevo a parte alcune promesse e il "siamo stati bravi" che indubbiamente sono presenti in ogni campagna elettorale, gli altri punti che sollevi sono interessanti.

Il precariato ad esempio, tu dici che i 1000 Euro non risolvono il problema, ed in parte sono d'accordo con te. Io ora non voglio aprire una discussione incredibile sui contratti a progetto, che non credo siano sbagliati in principio (solo che dovrebbero veramente essere a progetto, non posti pseudo-fissi spacciati per progetti solo per assumere al ribasso; e dovrebbero anche essere rivedute le coperture sociali...), ma uno dei problemi principali è che ora come ora le imprese possono assumere gente a praticamente qualsiasi salario e per di più essere in regola (quasi). Portare almeno il contratto a 1000 Euro è un primo modo per arginare il difetto introdotto da questo tipo di contratto. Non voglio nascondere niente sotto il tappeto, quindi dirò anche che un partito che si propone di risolvere insieme i problemi delle imprese (che comunque bene non se la passano) e dei lavoratori (che di certo bene non se la passano) non può semplicemente cancellare dall'oggi al domani questo tipo di contratto, altrimenti provocherebbe la chiusura di molte imprese (perdendo voti su voti dagli imprenditori stanchi di un Berlusconi non effettivo), oppure il ritorno al lavoro nero (soluzione che sarebbe anche peggio del problema). Insomma io ritengo che sia un problema molto complesso, ma di certo il ritorno al comunismo di Sinistra Arcobaleno con la punizione dei padroni o in generale dei lavoratori non dipendenti non è una così interessante alternativa.

Ripeto, io spero in una Sinistra superiore, di larghe vedute, che guardi al bene di tutti, e che trasformi il lavoro dipendente e l'impresa in un binomio simbiotico, non che ancora parli di punire i padroni e i profitti. Sembra quasi che questa sinistra (sì, minuscolo) non si renda conto di quanto è invece diffuso il caso di imprenditori che grazie ai loro sacrifici nel rischiare in una impresa, mantengono una decina di famiglie, e che non hanno affatto tutti quei profitti che si crede, e che per di più spesso falliscono. Queste persone, e io ne ho conosciute tante, anche negli ambienti familiari e vicini alla mia famiglia, sono lavoratori a tutti gli effetti, lavorano anche 12 ore al giorno, e spesso sono anche preoccupate per l'avvenire della propria impresa e delle famiglie che dipendono da essa. Non tutti gli imprenditori hanno la Ferrari, la barca o le stock option, non tutti fanno parte dei grandi consigli d'amministrazione delle grandi imprese. Questi imprenditori invece sono deboli, perché spesso hanno uno stato che sembra andargli contro, questi non sono padroni, sono semplicemente un diverso tipo di lavoratori. Quand'è che la Sinistra vorrà cominciare ad essere veramente egualitaria e a parlare anche a loro? Guardate l'esempio, oggi di moda, del nordest d'Italia, non è miopia non sviluppare alcuna strategia di inclusione di una parte così produttiva del paese, fatta per lo più di piccole imprese? Con questo non voglio di certo minimizzare i problemi del lavoro dipendente, ci mancherebbe altro, voglio solo dire che a me sembra sia arrivata l'ora di fare un disorso più maturo, e di non chiudersi in un ritorno all'ideologia del secolo scorso.

Non basta lasciar cadere la falce e il martello se poi i contenuti rimangono invariati. Avrei preferito una falce e martello completamente rinnovata nei contenuti piuttosto che il contrario. E poi la SA non è solo fatta di comunisti, quindi la falce e martello sarebbe anche stata inappropriata, oltre che inadatta al momento politico. Nella Sinistra Arcobaleno sono coinvolti anche la Sinistra Democratica di Mussi ed i Verdi, ad esempio, solo non vedo il loro apporto, vedo quasi solo un Bertinotti-pensiero. A me non piace mai l'uomo-pensiero, ma è innegabile che mentre il Veltroni-pensiero sta avendo successo per via del rinnovamento della politica che comunica (a prescindere da quanto sia effetto di comunicazione e quanto sia reale), il Bertinotti-pensiero lascia un po' l'amaro in bocca di una mancata opportunità.
A me non piace quando lui parla di fare opposizione, del fatto che ha fatto opposizione per tanti anni e che non si trova in una posizione sconfortevole nell'essere in tale situazione. Io spererei in una presa di coscienza e in un serio tentativo di andare al governo, per cambiare le cose, piuttosto di una eterna opposizione con tanti principi (non tutti condivisibili oltretutto), tante manifestazioni, ma sempre pochi risultati.

Spero che il duro periodo che ci aspetta spinga tutti ad una seria riflessione, e che la Sinistra piano piano si trasformi non in una forza più moderata, ma in una forza più completa. Dove l'uguaglianza è un valore, dove la laicità dello Stato è un valore, dove il pluralismo è un valore. Non dove la lotta di classe o ai padroni o al capitalismo è un valore.

Ciao S., e grazie ancora dell'interessante contributo che hai postato e mi ha permesso di specificare meglio alcune idee.

Ruggero ha detto...

Ciao snoop,

il tuo contributo è molto interessante, e anche in gran parte condivisibile. La tua analisi è anche molto lucida e seria. Però la mia opinione è che bisogni sempre fare attenzione con l'informazione indipendente, specialmente quando quest'ultima è veicolata da internet. Sono molte, veramente molte le trappole di disinformazione che si trovano in molti dei cosidetti canali indipendenti. E questo diventa quanto più pericoloso quanto più chi entra in contatto con questi canali sia sensibile ad alcuni temi (penso ai giovani che magari sono facilmente condizionabili).
Sono completamente d'accordo però di come anche la televisione condizioni molto le idee delle persone (c'è ancora chi crede che i presentatori sappiano tutte le risposte dei quiz che conducono...).
Ma io non lascerò mai i canali d'informazione nazionale per quelli indipendenti... certo userò entrambi con spirito critico per cercare (perché alla fine nessuno di noi può veramnte arrivare a capire tutto ciò che si nasconde dietro una notizia) di distinguere il vero dal falso, l'onestà dalla propaganda. Ma ora come ora non c'è niente di indipendente che valga la pena di seguire come unica fonte di informazione.

Ad esempio a me non piace molto l'approccio che ha Beppe Grillo nei confronti della maggior parte dei temi, vedi ad esempio, per rimanere in tema d'informazione, lo spazio che ha appena fornito sul suo blog a Giulietto Chiesa nel promuovere il proprio spazio di informazione libera (che sarà pure a pagamento).
Piuttosto che credere che quella di Giulietto Chiesa sia informazione libera preferisco leggermi il "Foglio" di Giuliano Ferrara, che almeno è una persona intelligente, anche se non la penso praticamente mai come lui.
E non mi piace neanche lo sputare in faccia a tutti di Grillo, come se fossero veramente tutti uguali.

No, non sono tutti uguali. Magari potranno anche essere tutti un po' deviati, ma c'è decisamente chi è meglio di altri. Come si dice, si può sempre cadere dalla padella alla brace. E allora è meglio rimanere nella padella.
Questo non vuol dire che non si possa aspirare ad avere di più, significa solo che comunque è meglio evitare di punirsi con le proprie mani (tipo non votare e far tornare Berlusconi al governo; scusate, mi è scappato).

Però sono d'accordo che ben vengano le persone alla Beppe Grillo, che hanno almeno abbastanza visibilità da poter rendere conosciute notizie scomode. Una voce fuori dal coro, anche se a volte a sproposito, è sempre meglio averla che non.
Purtroppo questo dovrebbe essere esattamente il ruolo delle opposizioni di Governo, ma lì sono troppo occupati a farsi propaganda...

Volevo anche parlare di come ho la sensazione che il popolo di internet abbia una percezione diversa di tutto ciò, ma è un argomento complicato e lungo per essere trattato ora...

Grazie ancora del tuo messaggio, veramente interessante...

Ruggero ha detto...

Ciao Paolo,

ho letto il tuo intervento su sxnet.it e devo dire che mi è piaciuto, complimenti.
Per commentare un pochino il tuo commento, sono d'accordissimo che un tempo la propaganda e la campagna elettorale erano diversi. Un tempo, come viene ricordato spesso in questo periodo, le persone erano molto più legate alle verie ideologie, e quindi molto più fidelizzate ai partiti. Oggi di fidelizzati ne vediamo pochi, e per lo più fanno parte della Destra, della Sinistra e della Lega; persone che continuerebbero a votare lo stesso partito anche se facesse veramente schifo.

Invece votare per un altro partito a volte dovrebbe essere sentito anche come un atto di coraggio, un far valere le proprie idee. Se si è scontenti lo si deve far vedere, solo così si può spingere un partito a cambiare, minacciando di togliergli il voto. Altrimenti il partito comincerà a dare il tuo voto per scontato e si occuperà solo di convincere altri eventuali e possibili portatori di voti. Comunque hai ragione, gli approfondimenti non vanno più di moda.
Se non fosse che vedo l'ombra del Popolo delle libertà, sarei quasi contento che, pur con questa legge elettorale, per la prima volta i partiti che non riceveranno voti capiranno che c'è qualcosa da cambiare.

E giuro che, a malincuore, mi sta venendo in mente di non votare SA nemmeno ad una delle camere (ci devo pensare, ma sono molto tentato), sperando che magari le correnti più moderne dopo un cattivo risultato possano prendere il sopravvento e portare ad un rinnovamento questo importantissimo partito. La mia paura è che se la SA ottiene un buon risultato oggi, possa pensare che il tornare al vecchio abbia pagato, e continuare così. No, deve cambiare, in meglio.

Invece non ho capito bene cosa intendevi per persone competenti. Io sono convinto che le persone competenti siano più frequenti a sinistra che a destra nel panorama politico, ma penso che ci siano persone di una competenza incredibile anche a destra (magari sono di meno, ma ci sono), così come sono convinto che esistano incompetenti anche a sinistra (magari sono di meno, ma ci sono). Nel Pd non so, a me non sembra così male, così peggio di SA, è un nuovo partito, tanti nuovi tentativi, dove molti politici hanno deciso di far politica da fuori, senza candidarsi... staremo a vedere. Sperare non fa male.

Sono d'accordo anche con il fatto che per lo più in SA le persone che ci sono siano serie nell'affrontare i problemi. E il fatto che abbiano scelto questa linea dell'attacco a Pd e del ritorno al vecchio proprio mi da fastidio, perché potrebbero fare così tanto di meglio, che proprio non me ne faccio una ragione.

Qualche giorno fa a Porta a Porta era presente Daniela Santanchè. Possibile che da lei io abbia dovuto sentire più critiche a Veltroni che a Berlusconi, mentre da Bertinotti il giorno prima io abbia sentito lo stesso più critiche a Veltroni che a Berlusconi? Bertinotti come la Santanchè? Non è chiara l'assurdità di questa situazione?

Ciao Paolo,
e grazie ancora del tuo intervento.

Ruggero ha detto...

Caro S., volevo aggiungere un piccolo commento alla tua frase:
Ma invece di fare 100 nuovi campus, non sarebbe meglio mettere "in regola" tutti i precari che ci sono (...)?

Ripeto che non so bene cosa poi voglia dire nella pratica "fare 100 nuovi campus", ma mi fa piacere portare una testimonianza dagli anni settanta al riguardo di università e precariato.
Il punto è che per chi è al di fuori da queste tematiche, per chi non ha a che fare professionalmente con l'economia, il mercato del lavoro, la spesa pubblica etc. il mettere in regola i precari può sembrare una buona e seria idea. Ma ci sono moltissimi punti da specificare.

La testimonianza di cui parlavo riguarda il direttore di dipartimento della facoltà della Sapienza in cui mi sono laureato.
In un discorso privato nel suo ufficio, una volta il direttore di dipartimento mi confidò che per via delle contromisure al precariato prese nella fine degli anni settanta (non vorrei sbagliare, ma credo si riferisca al decreto legge del presidente della Republica Sergio Leone del 26 maggio 1976 sul parastato) tutti i precari che avevano un contratto con l'università, o organi di ricerca affini, furono assunti.
Questo, a suo dire, generò una situazione in cui ebbero un posto fisso persone che non sarebbero mai state assunte per merito, ma che si erano semplicemente trovate al posto giusto al momento giusto.
Il maggiore danno fu però dato dal fatto che, dopo le feste iniziali dei precari, negli anni a venire il budget diventava sempre più difficile per via dei tanti contratti a tempo indeterminato, superiori alle necessità. Di questo, quelli che ne subirono di più le conseguenze, furono i successivi ricercatori, che ebbero un enorme difficoltà nel trovare un posto fisso perché le assunzioni erano sostanzialmente bloccate (non si poteva continuare ad assumere se il numero degli assunti era già superiore alla necessità).
Questo incrementò il fenomeno degli assegni di ricerca, che resero sempre più schiavi i ricercatori nei confronti di chi assegnava gli assegni di ricerca. E il tutto contribuiva alla spinta verso l'estero dei giovani ricercatori.

Quindi il risultato di quella legge fu buono per alcuni, ma pessimo per molti altri: persone che non lo meritavano ottennero un posto fisso; queste persone al limite dell'incompetenza lavoravano come personale docente universitario, con il risultato di impoverire parte dell'educazione universitaria; alcune di queste persone sono ancora in giro nei dipartimenti (finché non raggiungono l'età pensionabile), pesando ancora oggi, a trent'anni da quel provvedimento, sul bilancio della facoltà; i successivi validi ricercatori ebbero ed hanno tuttora, nelle varie generazioni, enormi difficoltà.

E' quindi sempre molto pericoloso il mettere in regola sconsideratamente. Con questo non voglio dire che sono d'accordo con il precariato, voglio solo dire che la situazione è sempre più complicata di quello che può sembrare.
Io credo che alcuni tipi di contratti a progetto vadano mantenuti, ma come ho già detto, che ci siano controlli seri!
Bersani, durante il Governo Prodi, aveva già cominciato a dare delle direttive sull'analisi dei contratti a progetto, ad esempio, nel campo dei call centers, in cui non ha senso avere persone che lavorano a progetto per tre mesi, ma che sono confermate per anni lavorando sempre allo stesso servizio (mi riferisco specificatamente agli inbound, che spesso fanno anche parte di obbligazioni di legge europee sull'assistenza ai prodotti).
Quelli non è un progetti, sono lavori fissi, e tale dovrebbe essere il contratto.
Per non parlare poi dei non-diritti di tali contratti.

Diverso è invece il caso di altri progetti, tra cui risaltano quelli di alcuni enti di ricerca. A volte loro hanno veramente bisogno di qualche neolaureato che svolga delle analisi su una particolare situazione. Il tutto dura veramente solo alcuni mesi e l'istituto non ha veramente bisogno di un *assunto*, che magari poi graverebbe in futuro. Quel lavoro è veramente temporaneo: serve un esperto per fare una cosa, adesso, per alcuni mesi. Non è un finto contratto per risparmiare.

Insomma, la piaga del precariato c'è, ma bisogna fare dei distinguo, tra chi assume a progetto onestamente e chi lo fa solamente per giocare al ribasso dei salari.
Per questo un primo paletto con lo stipendio minimo può almeno aiutare. Certo non è la soluzione, ma è un inizio di un argine alla disperazione dilagante.

Ciao!