sabato 15 marzo 2008

I Viaggiatori di Fiducia

Per analizzare come la scelta di togliere la fiducia al Governo Prodi sia stata solamente ed innocentemente dovuta a divergenze con il Governo e non a motivi puramente politici (magari di compravendita senatori), presento la lista di quelli che io chiamo i viaggiatori (voltagabbana è inflazionato): politici che viaggiano da una parte all'altra (dell'aula del Senato) come quando un viaggiatore decide di andare in vacanza un anno ad est, l'anno dopo ad ovest. A loro piace cambiare aria. O meglio non aria, sempre nella stessa Sala sono, cambiano solo Poltrona.

La lista che segue è quella dei sei Senatori che hanno votato la Fiducia al Governo Prodi, subito dopo le elezioni, il 19 maggio 2006, per poi toglierla il 24 gennaio 2008:
Tommaso Barbato, Sergio De Gregorio, Lamberto Dini, Domenico Fisichella, Clemente Mastella, Franco Turigliatto.

L'elenco completo dei voti nominali delle due fiducie è sul sito del Senato, raggiungibili rispettivamente qui e qui.

Andiamo per ordine.

Franco Turigliatto, si sa, tolse la fiducia a gennaio 2007 per le questioni militiari in materia di missioni all'estero, dichiarando che doveva rimanere fedele ai propri ideali nonostante le indicazioni di voto del suo partito di appartenenza (da cui è stato espulso per cinque anni). Non condivido nulla della sua scelta, ma almeno si presenta da solo alle elezioni politiche e tutto quello che ha fatto è alla luce del giorno.

Tommaso Barbato, eletto con l'Udeur di Mastella (e che ricordiamo per gli insulti nei confronti del senatore Cusumano che aveva deciso di non togliere la fiducia a Prodi, vedi qui) è ora il candidato numero 2 al Senato in Campania nella lista del Movimento per le autonomie (in coalizione con il Popolo della libertà).

Sergio De Gregorio, eletto con l'Italia dei Valori (indimenticabile il commento ironico di D'Alema: "Forse aveva altri valori"), è ora il candidato numero 7 del Popolo della libertà al Senato in Campania. Vale la pena menzionare il fatto che De Gregorio è indagato per corruzione (il reato imputato riguarda il finanziamento del movimento Italiani nel Mondo da parte di Forza Italia in cambio del passaggio all'opposizione, vedi qui o qui. L'indagine originale riguarda l'accusa a Barbato di riciclaggio e favoreggiamento alla camorra, vedi qui, ed è partita a giugno 2007; Barbato passa all'opposizione subito dopo l'estate, a settembre 2007... non so proprio perché, ma questa storia mi fa venire in mente Mastella).

Lamberto Dini, dopo aver lentamente cominciato a rompere con l'Unione nella seconda metà del 2007, pur continuando a votare la Fiducia fino alla fine dell'anno con la Finanziaria, nel 2008 toglie la fiducia al governo Prodi. Ora è il candidato numero 3 per il Popolo della libertà al Senato in Campania.

Domenico Fisichella, sempre eletto in passato nelle coalizioni di Berlusconi, nel 2006 si era candidato ed era stato eletto con l'Unione, ma evidentemente dopo la finanziaria 2008 ha deciso di tornare alle origini (dalla parte di Berlusconi), votando contro la fiducia al governo Prodi.

Giuseppe Scalera, eletto con l'Ulivo, pur non avendo ufficialmente votato contro la fiducia, si è astenuto (che al Senato conta come un voto negativo per via del quorum); è oggi candidato alla Camera in Campania 1 con il Popolo della libertà.

Di Mastella è meglio occuparsene un'altra volta, ché merita molta più attenzione di questi altri illustri signori.
Va bene, non resisto, non posso saltare del tutto Mastella; ma non dico niente, faccio solo parlare lui.
Da qui (un mese dopo la caduta del governo): "Sconfitto prima ancora di essere probabilmente sconfitto sul campo, rinuncio a candidarmi"...
...a qui (sei settimane dopo la caduta del governo): "Oggi come oggi, prima di far cadere il governo Prodi, ci penserei sopra due volte, anzi dieci, probabilmente. (...) La cosa davvero ingiusta è che, al momento della compilazione delle liste, sono stato trattato come una sorta di appestato, mentre Dini e Scalera si sono candidati con il Popolo della Libertà" (intervista disponibile anche in video qui).

Ah beh, quella sì che è la cosa davvero ingiusta!
Se il Pdl avesse candidato anche lui invece tutto sarebbe stato più giusto! Eh, la logica...

Non aggiungo altri commenti. Ognuno è libero di trarre le proprie conclusioni.

Comunque, che dire, la Campania colleziona, tristemente, il meglio del meglio!
Che il Pdl di Berlusconi speri che i Campani, nel guardare queste liste, siano confusi e pensino che la puzza di marcio arrivi dai rifiuti anziché dai politici candidati?
In ogni caso, poveri Campani...

E poveri noi se il Popolo delle libertà dovesse vincere.


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P.S.
Per amor di onestà e completezza, è giusto menzionare anche il fatto che c'è stato un senatore, Marco Follini, che durante la legislatura è invece passato dall'opposizione (UDC) alla maggioranza (Ulivo), e che oggi è candidato nel Pd. La sua posizione però, è più simile a quella di Turigliatto che a quella degli altri viaggiatori sopra menzionati. Infatti Follini rompe con l'UDC per forti divergenze di opinioni a soli cinque mesi dalla nascita del Governo Prodi, per entrare nel gruppo misto come indipendente, e per poi entrare ufficialmente nell'Ulivo nel giugno 2007, molto prima della crisi di governo, prendendo parte alla fondazione del Pd.

4 commenti:

MC ha detto...

Il trasformismo è costume antico, nonché pratica consueta di governo (talora stabile) nel Parlamento regio, femmineo antenato del nostro cameralismo repubblicano. Siamo figli di Depretis! Oppure, parlamentarizzare alla Kelsen, con il partito che può revocare il rappresentante a piacimento; ma il partito non c'è più, è imploso e conserva in sé i brandelli d'una Costituzione (formale) sempre più avvizzita – ché quella materiale s’è consunta da tempo tra le leggi sconquasso dell’interesse privatissimo. Allora, a mio avviso, non è questione di politica attiva, quanto di società fluidificata e ammorbata, a tal punto da ridursi alla poltiglia del corporativismo, il quale forse era gran cosa nel particolarismo d'Antico Regime, ma oggi non è altro che la robusta saldatura tra una società civile dei corpi e la sua emanazione politico-culturale. Il problema, quindi, sta nel fatto che la politica rispecchia il suo humus, in quel mondo di soggetti dispersi nelle loro placide e oppiacee libertà (di non pagare le tasse, magari - anche se poi si pretende appuntamenti rapidi all'Asl - contradictio in adiecto!).

Ruggero ha detto...

Ciao MC e benvenuto.

Grazie per il tuo commento.
Mi sento di concordare per lo più con quello che dici, specialmente per quanto riguarda i malcostumi di vecchia data.
L'unica cosa su cui vorrei fare un commento è sull'aria pessimista del tuo post.
Pur condividendo completamente il messaggio con cui concludi, parlando di placide e oppiacee libertà, magari proprio legate all'interesse privatissimo che menzioni, ho l'impressione che tu faccia passare una idea che i politici sono ciò che ci meritiamo, rappresentando in parte ciò che noi stessi siamo, conclusione che non condivido.
In ogni caso (forse ho interpretato male io), il fatto di riuscire a sapere il volto del trasformista viaggiatore è sempre meglio che avere a che fare con la confusione, tra franchi tiratori da una parte e governi caduti per evitare di perdere appeal elettorale non ottenendo la fiducia (come il governo Berlusconi II), dove è sempre più difficile capire, per l'elettore, chi e cosa non abbia funzionato, e si lasci che tutto si rimescoli a casaccio nelle successive elezioni.
Mi sento di poter affermare che se Prodi non fosse andato al Senato a chiedere la fiducia (non ottenendola, ma con questo mettendo in chiaro il ruolo dei sinistri Senatori, tra cui risalta Mastella ammastellato), ora il principale esponente del Campanile sarebbe a fare campagna elettorale con il Cavaliere da qualche parte.
Non credo sia impossibile e lontano il futuro in cui tutti questi personaggi ricevano lo stesso trattamento.
Oggi c'è un grande accanimento su Mastella, specialmente perché lui non è nuovo a questo comportamento (ma sempre su una poltrona è riuscito a sedersi), e questo lo trovo sbagliato.
Beninteso, non è sbagliato criticare Mastella, è sbagliato permettere che gli altri viaggiatori siano per essere eletti. Avrebbero meritato lo stesso trattamento del caro Clemente, ormai ridotto solamente ad essere sindaco (o forse re) di Ceppaloni. Almeno fino alle prossime elezioni, dove l'elettorato dimenticherà e perdonerà, distratto da altre tristi verità.
Ciao e grazie ancora del prezioso commento!

MC ha detto...

Grazie a te per lo spazio.
la mia conclusione è più o meno come tu l'hai interpretata. La questione della classe politica è in voga dai primi del '900 (vedi Gaetano Mosca, tanto, troppo conservatore, ma niente affatto stupido), ed è quel che oggi costituisce a mio giudizio il vulnus essenziale del sistema costituzional-democratico italiano. La classe politica ha perpetrato un'intelligente occlusione delle feritoie da cui tralucevano i riflessi d'una falsa coscienza, che iniziava a scuotersi anni fa e che oggi è il plumbeo volto d’un arcaismo. Il problema è che la gente si nutre di luoghi comuni, e se la prende con i mercanti del tempio; ma quando si tratta di rompere i cocci, se la prende piuttosto con Nostro Signore (d’altronde anche lui insisteva sul pagar le tasse!). Fuor di metafora, se c'è una buona porzione di italiani che seguono (nonché votano) Berlusconi, a mio avviso, non si tratta di un problema politico, ma di un radicatissimo problema d’origine sociologica, e che come tale va affrontato. Non voglio esser pessimista, e apprezzo persone che, come tu fai, mestano buluginii di coscienza nel putritume della coscienza (im)politica di buona parte dei nostri concittadini. Si è però minoranza, e ristretta, almeno sino a che i cordoni degli imbonitori convinceranno i pavidi brontoloni che c'è bisogno di nuovo, e che loro l’hanno in tasca, a portata di voto. C'è bisogno piuttosto di vecchio (antico, direi), della politica come governo dei governati (genitivo soggettivo) e non governo dei governati (genitivo oggettivo). Grazie ancora.

Ruggero ha detto...

Ciao ancora mc,
quello che dici è molto interessante. Ho avuto bisogno di un paio di giorni per capire veramente cosa volessi rispondere. Non perché non sapessi cosa dire, ma proprio perché la risposta sarebbe stata così lunga che non avrei saputo esprimerla in poche righe...
Comincio col dire che sposo completamente la "questione sociologica", anche se questo non ci deve mai autorizzare ad alzare le mani e dire che niente si può fare, principalmente perché a pagarne le conseguenze siamo tutti, non solo coloro che votano o che, soprattutto, non votano Berlusconi (o chi per lui).
In secondo luogo devo dire che i tempi di oggi rendono chiaramente espliciti i limiti della seconda repubblica, in cui chi è al comando cambia a piacimento la legge elettorale e toglie ai cittadini il voto di preferenza, in cui una sola persona da quindici anni è praticamente l'unico esponente di una parte politica, comportandosi più da imperatore che da politico, con delirio di onnipotenza e una ipocrisia senza precedenti, in cui il 20%-30% dei cittadini odiano, non mal sopportano, ma odiano suddetta persona, tanto da provare un rigetto personale, un senso di disperazione ed una voglia di sommossa.
Questo è il risultato di tutta una evoluzione troppo complessa da raccontare, ma che sono d'accordo avere ampie radici nella storia italiana del novecento.
Ed io credo che, sì, forse un ritorno al vecchio possa essere una possibile soluzione, dove però vecchio debba significare un maggior rigore in un sistema che non viene più osservato (basti pensare che la stessa corte costituzionale ha lasciato intendere che l'attuale legge elettorale è al limite, se non al di là, della costituzionalità), in cui è sufficiente che passi un po' di tempo che tutto viene dimenticato (sono quindici anni che si parla a tempi alterni di conflitto di interesse, ma ancora nulla si è fatto, un fatto ridicolo agli occhi esteri).
Ma la mia onesta opinione è che invece serva veramente qualcosa di nuovo, qualcosa che superi la democrazia costituzionale in un qualcosa che forzi l'inclusione delle minoranze e quindi dei più deboli nelle decisioni di governo.
Il bagno elettorale, che sia per Prodi o Berlusconi, per Veltroni o Berlusconi, non significa poi un gran che, quando i perdenti insieme sono più dei vincenti, ma i vincenti possono governare a piacimento.
Si vuol far passare quella piccola maggioranza come una autorizzazione a procedere.
E' vero, mi si ricorderà, che in altri paesi questa è la norma, ma è anche vero che in questi paesi non si supera mai (o quasi) una certa soglia di decenza che in Italia ormai è considerata non più di una indicazione piuttosto rozza e da non seguire alla lettera... e, poi, in questi altri paesi quando lo si fa, si rischia di terminare la propria vita politica, non di vincere ancora le elezioni.
C'è bisogno di un sistema che sia in qualche modo costretto a rendere partecipe l'opposizione non in tutte, ma almeno in alcune delle decisioni, all'opposto di ora, in cui l'opposizione è quasi del tutto ininfluente, tanto che alcuni partiti ci si sono abituati e quasi tendono solo a quello, fallendo anche le prove di governo quando ne hanno l'occasione.
Io ho le mie idee riguardo questo, sarebbe veramente troppo lungo parlarne.
Ma sono veramente convinto che ci sia bisogno di nuovo, ché nel nostro paese il vecchio ha fallito in ogni forma.
D'altronde le democrazie occidentali non hanno che qualche centinaio d'anni, gli stessi concetti nient'altro che qualche migliaio d'anni.
Ho profonda fiducia che in un lontano futuro noi saremo visti come i "turisti della democrazia", tanto per citare un infelice momento della nostra in ambiente europeo.

Lasciando l'astrattismo per un momento, visto e soprattutto perché questo italico momento è molto pratico e poco teorico, e tornando alla nostra questione elettorale, mi sento invece di non essere d'accordo con il tuo commento sul Pd.
Il "nuovo" del Pd non è nuovo rispetto ad un concetto filosofico, è nuovo rispetto agli ultimi trent'anni e forse, (sicuramente) più, in cui tutto ha funzionato al rovescio. Ma la parola nuovo non significa nuovo nel senso di cosa io mi auspico per nuovo, per loro significa diverso dal recente passato di malgoverno. Il loro nuovo è molto più simile al tuo vecchio che al mio concetto di nuovo.
Ora, indipendentemente dal fatto che questo nuovo sia o meno solo materiale elettorale, è indubbio che una speranza di cambiamento potrebbe arrivare da quella formazione, ma è sicuro che non arriverà dall'altra.
Alcuni di questi risultati, come ho già detto, possono già essere visti. Se poi questi possano mai tramutarsi in un miglioramento della nostra qualità della vita io non so esprimermi, ma preferisco sperare piuttosto che abbandonarmi all'idea del prossimo pittoresco e grottesco "Impero" della libertà.